Fin da bambino la mia vena iperattiva e curiosa mi ha portato ad avere gli interessi più svariati, tanto da procurarmi l’epiteto di “stufa mestieri”. Ma il filo rosso della mia vita è sempre stata la natura.
Sono cresciuto tra le onde del mare e le cime delle montagne, avventurandomi, esplorando e osservando la natura e il suo incredibile fascino.
Mia madre, naturalista, mi ha aiutato a coglierne i segreti; mio padre, ingegnere e velista, mi ha insegnato il pensiero logico per saperli sfruttare.
Mi chiamo Riccardo e dal 1988 vivo tra i profumi di mare e la brezza di montagna.
- Velista
- Geologo
- Meteorologo
Non sono un velista
Mi sono iscritto al primo corso di vela al circolo nautico all’età di 13 anni. Sentivo l’esigenza di entrare a contatto con quel mondo, dettata dal peso dell’eredità familiare. Una pressione imposta da nessuno in realtà, se non da me stesso. Mio padre era velista e da giovane campione, e come lui mio nonno e i miei zii; come potevo io essere da meno? Così, ho rimesso in acqua il 470 di mio padre, per poi passare alla squadra agonistica di laser, alle regate a bordo degli snipe e in equipaggio familiare.
Ho finito per appassionarmi veramente a questo mondo, pur non essendo esattamente atleticamente performante nella vela. Con il tempo ho capito che il mio ruolo in mare non sarebbe stato quello del velista professionista, quanto quello dell’analista, dello stratega. Ero talmente affascinato dalla strategia di regata che ho cercato di farne un lavoro.
Non sono un geologo
Ho studiato Geologia a Padova e questo è un dato di fatto. Ma alla fine del mio percorso di studi e in procinto di inserirmi nel mondo del lavoro, ho provato ad applicare le competenze scientifiche acquisite allo sport della vela, a proporre l’approccio “geologico” nelle regate. Volevo anche trovare un modo per curvare una passione sportiva in un lavoro altrettanto appassionante.
È così che è cominciato il mio ruolo di “Weather Strategist” e, nel 2014, il Project Geosinertec. Con questo nome volevo proporre i miei servizi per le regate ma, allo stesso tempo, prepararmi a poter offrire anche qualcosa come geologo.
In questo senso, sì, sono un geologo, ma applicato all’analisi ambientale. Sono un geologo, ma prestato alla meteorologia e allo sport.
Non sono un meteorologo
Man mano che acquistavo un po’ di notorietà e autorevolezza, cominciavano a definirmi “meteorologo”, anche questa un’etichetta che mi è sempre stata un po’ stretta. La meteorologia è una variabile determinante, ma non sicuramente l’unica, nello studio della strategia di regata.
Io mi rivolgo a professionisti che per la loro attività necessitano di una comprensione ambientale a 360 gradi. La mia competenza in fisica terrestre mi permette di comprendere i fenomeni locali, colmando il gap che c’è tra ciò che è previsto dai modelli meteorologici e ciò che accade realmente.

La giusta etichetta
Ho sempre cercato di inquadrare il mio percorso nel campo della scienza, una delle mie più grandi passioni. Ma gli ambiti di applicazione mi sembravano sterminati quanto i miei interessi. Ero ossessionato dalla ricerca del mio vero talento, di uno schema preciso che mi portasse a definire chi ero.
Oggi posso dire che non credo di possedere un talento specifico, credo invece di avere un’attitudine all’inserire le mie abilità e competenze in settori e mercati apparentemente molto diversi. Nella mia crescita professionale sono stato un po’ un “trasformista”: imparavo facendo e riuscivo a rendermi utile alle persone con cui entravo in relazione, ma senza mai specializzarmi.
La società funziona per etichette, ma io stesso non sarei in grado di attribuirmene una. Forse, la chiave della mia professionalità è proprio l’ecletticismo. Una caratteristica che sicuramente non facilita il mio posizionamento sul mercato, ma consente un continuo travaso di esperienze e competenze. Forse ancor più importante, mi permette di mantenere quella voglia di esplorare, sperimentare e mettermi in gioco che mi porto dentro da quando sono bambino.
Il Dream Team
Di persone con talenti importanti e specifici ne ho incontrate molte, proprio grazie all’abilità di networking e, soprattutto, al mio approccio inter- e multidisciplinare. Uno dei miei obiettivi è sempre stato quello di riuscire a riunire queste persone in un team solido, competente ed eterogeneo del quale mettermi alla guida, mettendoci la faccia e, naturalmente, la strategia giusta.
Questa, per me, è sempre stata la vera impresa, quella con la quale mi sono scontrato quotidianamente. Non sono i progetti, i prodotti, le idee o il denaro a fare il successo, è sempre una questione di team, di relazioni.
La ricerca del “dream team” è la sfida più importante di ogni imprenditore, l’importante è non smettere mai di cercare.